[Simon_86] Topic di Gioco

Emerald City, anno 2013
Ore 23:00

La stazione della metropolitana è silenziosa.
Thomas Levine sta rientrando nell'hotel dove alloggia dopo aver partecipato ad una convention sulle nanotecnologie. E' seduto su una panchina mentre armeggia con il suo computer portatile.
Pietro Falcone è appoggiato a una colonna, sembra sovrappensiero. E' stato chiamato a Emerald City per un corso d'aggiornamento, gli manca Los Angeles... sta rientrando anche lui all'hotel dove alloggia.
Una coppia silenziosa acquista delle barrette dolci al distributore automatico.
Una donna giovane, molto bella e vestita in eleganti abiti da sera fuma distrattamente una sigaretta elettronica.
Arriva il treno e le porte si aprono, nessuno scende.
Salite tutti a bordo tranne la coppia, i due ragazzi concentrati in un intenso bacio ignorano il treno.
A bordo il treno è quasi vuoto.
Adam Powalsky sta rientrando in hotel, dopo aver concluso un'importante valutazione delle opere d'arte di un ricco ereditiere. Nel portafoglio ha con sé i guadagni del lavoro della giornata.
Il treno riparte sfrecciando a tutta velocità sotto Emerald City.

La donna continua a fumare solitaria la sua sigaretta elettronica. Le sue gambe nude accavallate mettono in mostra un paio di costose scarpe.

@Thomas Levine, Pietro Falcone e Adam Powalsky
Vi accorgete di esservi già visti. Alloggiate tutti nello stesso hotel, il Marriot Downtown, e vi siete incrociati diverse volte presso la hall dell'hotel o nella sala ristorante...

Muovendomi a scatti, col braccio che si blocca a metà movimento per l'imbarazzo del gesto, saluto i due individui sul treno, borbottando uno spento e timido "Ehilà", e compiendo subito una pausa fin troppo lunga.
"siamo... mi scusi, non siete anche voi al Marriot? Mi pare di avervi già incrociati nella Hall dell'albergo..."
Poi, ritraendomi, faccio un altra pausa, rotta da un plateale gesto di estrarre qualcosa dalla tasca del logoro impermeabile. Porto il mozzicone di sigaro sopra la testa ed esclamo, girandomi con la testa per farmi sentire bene da tutti gli astanti (risultando ovviamente imbarazzante)
"vi disturba se...?"

Quando viaggio mi prende sempre questa euforia, mi basta mettere il naso fuori città ed ecco risvegliarsi in me quest'infantile senso di assoluta libertà, come se potessi scoprire di nuovo il significato delle cose, come se le potessi veramente vedere di nuovo per la prima volta e poi ... e poi oggi è andata proprio bene, che meraviglia quel Degas, uno studio, certo, ma da solo valeva tutto il resto della collezione...
Il treno si ferma e con una certa sorpresa noto entrare due tipi che alloggiano al mio stesso hotel, non faccio fatica a riconoscerli, uno sembra uscito da un film anni '70, l'altro più giovane non passa certo inosservato...come non passa inosservata neanche la donna che sale insieme a loro.
"Salve" rispondo al saluto che il primo rivolge a me e all'altro tipo, sembra che abbia voglia di scambiare qualche parola e anche a me non dispiacerebbe fare due chiacchiere, poi quando estrae quel mozzicone di sigaro e chiede di poter fumare, non posso trattenere un sorriso, mi alzo e mi avvicino di qualche passo. "Temo che qui sia proprio vietato...piacere Adam!" dico e gli porgo la mano con cordialità "State tornando anche voi all'hotel?" chiedo, cercando di coinvolgere anche il più giovane dei due.

Salendo sul treno, mi guardo intorno e scelgo il posto a sedere più lontano dagli altri, e sto per riaprire il portatile sperando di avere il tempo per riorganizzare i miei appunti durante il viaggio.

In pochi secondi, vengo smentito. Una piccola, fastidiosa goccia di sudore mi imperla la fronte mentre giro lo sguardo fra i due uomini che hanno parlato, e stupito mi chiedo : si stanno rivolgendo anche a me? Ma che vogliono questi?

"B-buonasera ..." biascico, la bocca impastata, non parlavo da quasi due ore. Un impeto di decisione prende il sopravvento. "Non mi disturba s-se fumate, ma ... eehm .. ho da fare prima di arrivare all'hotel" , e rivolgo di nuovo gli occhi al mio portatile.

Speriamo che l'abbiano capita.

Il treno si ferma a una stazione, le porte si aprono, nessuno sale. Il treno riparte.
Un cellulare squilla. La donna ripone la sigaretta ed estrae un iphone dalla borsetta. Riuscite a sentire la conversazione:
"Che vuoi? ... Ti ho detto di no! ... Non mi interessano le tue spiegazioni, sei uno stronzo. ... Senti, facciamo così, non chiamarmi più, va bene? Non voglio vederti né sentirti mai più!"
Riaggancia la chiamata con un gesto nervoso. Poco dopo il suo cellulare squilla di nuovo:
"Ancora? Ti ho già detto che ... Tu cosa? ... Che fai mi minacci? Guarda che vado alla polizia, pazzo d'un pervertito! ... Pensi di farmi paura? Fottiti!"
Riaggancia nuovamente e spegne il telefono. Si alza, il suo volto è un misto di nervosismo e rabbia.

Si volta verso di voi, unici passeggeri a bordo del treno:
"Non avreste per caso una sigaretta? Una vera intendo... Non penso che questa sigaretta elettronica sia sufficiente a calmarmi... E scusate per la scenata di poco fa..."

Sorride...

Abbozzo un sorriso e fisso la ragazza con il mio sguardo enigmatico e leggermente strabico.
"Non si preoccupi di disturbare, signorina... cosa dovrebbero dire di me allora? "
Faccio una pausa lunga forse troppo poi aggiungo frettolosamente:
"ehm non ho sigarette da offrirle, sono desolato, davvero... purtroppo ho un altro viziaccio" (alludo al sigaro, lo sollevo sopra la testa di nuovo) "e davvero, questi cosi mi danno un sacco di problemi sa... mia moglie mi costringe sempre a uscire fuori di casa quando voglio fumare. Ha cercato sempre di convincermi a passare alla pipa, ma non riesco proprio ad abituarmici..."
Mi avvicino fino a trovarmi al posto di fronte alla donna. Sempre sorridendo mi sporgo col busto reclinato in segno di complicità e tento di entrare con il tatto dovuto nel discorso
"Ognuno ha il suo tallone d'Achille signorina. Io cerco da anni ormai di liberarmi da questi cosi puzzolenti... lei mi pare si debba invece liberare di altri problemi più fastidiosi. Ecco, non vorrei essere indiscreto, ma penso di poterle essere d'aiuto e così..." goffamente frugo in tasca per alcuni lunghi secondi, poi estraggo il distintivo e lo mostro alla ragazza in rosso "... ecco, se lei avesse bisogno di una mano...
Magari posso non essere l'uomo giusto per lei, ma di sicuro posso accompagnarla alla centrale o darle qualche consiglio se ne ha bisogno."

@Pietro Falcone
La ragazza rimane un attimo perplessa, poi ti risponde:
"Niente sigarette eh? Maledizione... Comunque la ringrazio per l'offerta ma non ce n'è bisogno mi creda."

Poi la ragazza si volta verso gli altri due passeggeri:
"Immagino che nemmeno voi siate fumatori... oggi non me ne va dritta una!"

La concitata telefonata ha spento tutto il mio entusiasmo, così un po' imbarazzato rinuncio alle presentazioni e torno a sedermi, ma non posso fare a meno di seguire la conversazione che si svolge poco distante da me, nientemeno che un poliziotto penso, conviene che ritorni ai miei affari...se la ragazza ha bisogno d'aiuto non ha che da chiedere a lui...
Poi un po' distrattamente rispondo con un "ehm...No...mi spiace" ...pensare che credevo che non fumasse più nessuno ormai! , vedo se la ragazza ha intenzione di dirmi qualcos'altro e nel frattempo frugo nella mia borsa alla ricerca del libro che sto leggendo in questi giorni...non ricordo se stamattina l'ho messo qui dentro o se l'ho lasciato in hotel...

La bella ragazza mi sta parlando... non accade molto spesso. Sento il sangue affiorarmi alle guance, sto per arrossire. Lo sguardo mi si fissa a terra e sembra non volersi staccare da lì, proprio come il chewing gum che qualcuno ha gettato a terra.

"Eh.. no, no signorina.. mi dispiace ma non fumo ..."

Dannazione, non riesco mai a spiccicare due parole con una bella donna! Vorranno lasciarmi in pace? Ho bisogno di riorganizzare i miei appunti ...

Posando per pochi istanti lo sguardo strabico sui miei compagni di viaggio e di albergo, torno a insistere con la ragazza:
"Signorina, a costo di risultare invadente, ci terrei molto che non lasciasse cadere atteggiamenti violenti nei suoi confronti, mi creda... alla centrale sentiamo sempre di un sacco di casi al giorno di violenza e sinceramente sono tutte problematiche che potrebbero essere risolte sul nascere se si iniziasse da subito a segnalare le persone come il suo interlocutore di poco fa.
Le minacce per esempio sono da tenere sempre in considerazione, non vanno mai prese alla leggera.
Cerchi di capire la mia premura, è solo il fatto che nel mio mestiere ne ho viste anche troppe... si lasci aiutare..."
Abbozzo un sorriso e afferro il mio taccuino. Goffamente cerco la matita consumata... chissà in quale tasca... eccola.
"Tenga" dico scrivendo il mio numero di telefono cellulare e poi strappando il foglietto per porgerlo alla ragazza.
"se per qualsiasi motivo avesse bisogno, per qualsiasi ragione... insomma... non esiti a contattarmi, va bene?"

@Pietro Falcone
La ragazza prende il biglietto, gli da un'occhiata veloce e lo infila in borsetta.
"Grazie allora, ci penserò sopra"
Dopodiché estrae la sigaretta elettronica, prende posto vicino a un finestrino e riprende a fumare.

Nuova fermata, il treno si ferma e le porte si aprono. Un barbone sale sul treno, prende posto un po' distante da voi e si stende su 3 posti vuoti. Il treno riparte e quasi istantaneamente il barbone inizia a russare rumorosamente.
Ancora una fermata e sarete giunti a destinazione.
La ragazza estrae il telefono e inizia a scrivere un messaggio.

Improvvisamente udite tutti un rumore assordante, il treno sta frenando bruscamente. Istintivamente vi portate le mani alle orecchie. Un improvviso contraccolpo vi fa sbalzare in avanti e le luci si spengono.

Poi il nulla...

Riprendete i sensi storditi e frastornati, il treno è fermo, le luci di emergenza sono accese creando un'atmosfera inquietante, una debole luce verde illumina l'ambiente. I vetri dei finestrini della metropolitana sono distrutti.
Il barbone giace a terra immobile, sotto la testa una pozza di sangue.
Della ragazza non vi sono tracce...

@Pietro Falcone
Al momento dell'impatto hai urtato uno dei pali e ora ti ritrovi con una spalla lussata.

@Adam Powalsky
Al momento dell'impatto hai sbattuto la testa sul pavimento, e ora un piccolo taglio sopra un sopracciglio sanguina rigandoti il volto.

@Thomas Levine
Al momento dell'impatto sei caduto sopra al tuo computer il cui monitor è finito in mille pezzi. A causa dei frammenti ti sei tagliato la mano destra, ora ricoperta di piccole ferite.

Realizzo il danno subìto alla spalla, ma decido da subito di fare i conti col mio dolore in un secondo momento e stringo i denti.
Mi alzo e cerco da subito di accertarmi della salute dei miei compagni di albergo e subito dopo accorro dal barbone, chinandomi per cercare di valutarne le ferite.
"Signori, state bene? Siete feriti?"

Recupero il mio sigaro, me lo porto alla bocca e osservo placidamente la luce verdastra. Da dove proviene?
Cosa può aver fatto deragliare il treno?
E dove è finita la ragazza?
Mi accosto al finestrino accanto al quale stava seduta, e tento di localizzare se essa sia stata sbalzata fuori dall'impatto.

Cerco subito di dare una risposta mentale a queste domande, ma intanto cerco nelle tasche il mio telefono cellulare...
Speriamo che ci sia campo...

una crisi di tosse mi blocca, faccio fatica a risollevarmi, il colpo è stato molto forte e la testa mi gira come una centrifuga, che diavolo è successo, perdo del sangue...

...alla fine riesco ad alzarmi, la vista è un po' annebbiata e le orecchie ancora pulsano, ma capisco che intorno a me qualcuno ancora si muove, il ragazzo con il potratile si sta riprendendo e il poliziotto sembra ferito, ma cammina...

"Si, si, io sto bene" quasi non riconosco la mia voce che risponde alla sua domanda, lo vedo sporgersi dal finestrino in frantumi e un brivido freddo mi attraversa la schiena, mentre realizzo che cerca qualcosa lì fuori...con la gola strozzata gli grido "Dov'è la ragazza, la ragazza... l'hai vista, l'hai vista?!", e mi affretto a raggiungerlo per guardare io stesso nel buio della galleria.

Mi ritrovo sdraiato su un fianco, ancora confuso da quanto successo. La mano brucia e pulsa, ma non mi fa poi tanto più male che dopo qualche di round di pugilato... Non sembra una cosa grave, però evito di poggiarla e la rivolgo a palmo in su, sostenendola con l'altra mano mentre mi metto in ginocchio.

Quel che sembra grave è il computer. Lo schermo è andato in frantumi, lo chassis ammaccato, alcuni tasti sono saltati e finiti chissà dove... probabilmente anche l'hard disk si sarà danneggiato.

Porca puttana. I miei appunti. I miei dati. 1200 euro buttati al cesso.

Più per riflesso che per reale volontà di comunicare, rispondo a mezza voce alla domanda che mi viene posta: "Sto bene. Potrei stare meglio." Guardandomi intorno, vedo sangue, vetri e questa luce verde che mi ricorda gli schermi a fosfori di tanti anni fa... il barbone, disteso a terra poco lontano da me, sembra orribilmente immobile, e per evitare di perdere la calma, distolgo lo sguardo e seguo lo stesso filo dei pensieri degli altri due ... la ragazza. "La vedete?" , chiedo.

@Pietro Falcone
Il barbone è ancora vivo, ma sta perdendo molto sangue da una ferita dietro la nuca.

@Pietro Falcone e Adam Powalsky
Entrambi provate a guardare fuori dal finestrino, ma il tunnel è buio e non si vede nulla. Una traccia di sangue è presente su un bordo del finestrino.

@Pietro Falcone
Estrai il cellulare dalla tasca... è miracolosamente intatto! E c'è campo...

Rivolgendomi con tranquillità agli astanti, come se fosse una cosa normale:
"Quest'uomo è ancora vivo, sta solo perdendo molto sangue. Immagino che nessuno di voi sia un medico... dobbiamo contattarne uno al più presto..."
e faccio subito il numero del pronto intervento sul mio cellulare.
Attendendo la risposta dall'altro capo dico:
"Signori scusate ma ho bisogno della vostra collaborazione... ecco, dobbiamo tamponare la ferita di questo sventurato evitando che perda troppo sangue... chi mi può aiutare? Sono rimasto senza l'uso di un braccio... proprio come mio nipote... è un giocatore professionista di football, sapete. Se la lussa ogni settimana, preciso come un orologio."

La sorprendente tranquillità del poliziotto riesce a bloccare l'ansia che mi stava assalendo, cerco di riprendere il controllo delle mie emozioni e solo ora realizzo che c'è un'altra persona distesa a terra..."Eccomi, arrivo!"
Recupero la mia borsa e cercando di trattenere le nozioni di primo soccorso che in qualche angolo della mia memoria sento riaffiorare, mi avvicino all'uomo e cerco di valutare la situazione,
bisogna fermare il sangue in qualche modo, posso usare i miei indumenti o forse posso usare la tracolla della borsa, ma prima di tutto devo localizzare le ferite... per ogni eventualità estraggo anche il mio coltellino, può servirmi per tagliare i vestiti e farne delle bende...
quindi rivolgendomi al poliziotto "Non allontanarti, ti prego...proverò a bloccare l'emorragia...ma non sono un esperto..."